LA REGISTRAZIONE COME CATTURA DEL GESTO
Fino
al 1877 , anno in cui Edison presentò il suo fonografo, la
registrazione sonora e quindi la riproduzione di una musica era
affidata a concetti ed idee plasmati nella letteratura ,esempio
eloquente è il racconto che ne fa Cirano de Bergerac in “ Histoire
comique des Etats e de la lune “, di una scatola dalla quale è
possibile ascoltare musiche e racconti.
In
realtà prima dell’esperienza di Edison non esisteva alcun congegno
capace di registrare , trattenere e riprodurre successivamente
musica. Tuttavia prima di effettuare una descrizione del fonografo di
Edison occorre precisare che esistevano dei dispositivi di
riproduzione musicale che rappresentavano un po’ i prototipi di un
supporto di riproduzione, ma persistevano dei limiti, a questi
dispositivi mancava la capacità di cattura del gesto del musicista,
specificatamente parlo dei carillons e del pianoforte pneumatico.
Questi meccanismi erano appunto progettati e realizzati per produrre
un suono attraverso un meccanismo congegnato apposta. Credo che tutti
abbiamo avuto a che fare con un carillon e ne abbiamo capito il
funzionamento , mentre un pianoforte pneumatico ( che ho avuto la
fortuna di avere in casa lungo tutta la mia infanzia e giovinezza )
è un pianoforte normalissimo, spesso verticale ,sul quale veniva
montato un sistema a pedali azionati dall’esecutore stesso, questi pedali davano “fiato” ad un sistema a rullo su cui venivano impressi dei
fori che corrispondevano all’esatto momento in cui il tasto doveva
suonare. I grandi costruttori installarono questo meccanismo nella
maggior parte dei pianoforti di allora vedendo una grande opportunità
commerciale nella vendita e nella diffusione dei rulli che , una
volta caricati sul meccanismo, consentivano attraverso una sana
pedalata di ascoltare i successi dell’epoca, si univa l’utile al
dilettevole : l’esercizio fisico alla cura dello spirito .
Ma
torniamo al fonografo di Edison .
Questo
dispositivo rappresentò la svolta in quanto non riproduceva
solamente musica ma in effetti catturava il suono.
Strutturalmente
era composto in una maniera abbastanza semplice : era costituito da
un rullo di lunghezza e diametro di 10 cm circa montato su una
struttura ed attraverso una manovella lo si faceva ruotare sul
proprio asse . Questo rullo di ottone era ricoperto da un foglio di
stagnola che veniva facilmente inciso da una puntina che veniva fatta
vibrare da una membrana che a sua volta era sollecitata dalla
pressione acustica . Il solco inciso nella stagnola permetteva la
riproduzione di quanto precedentemente catturato .
Per
la riproduzione, si usava trasferire quanto inciso sui rulli di
stagnola su dei supporti che in un primo tempo erano fatti di cartone
rivestito di cera, successivamente in celluloide. Erano molto
delicati e fragili ed il solco ,con le sue variazioni di
profondità ,facendo vibrare la testina che trasmetteva tale
vibrazione alla membrana, restituiva il suono registrato.
Per
la prima volta si veniva a creare un mercato dei supporti. Su questi
rulli sono state incise le performances dei più grandi artisti , da
Caruso a Beniamino Gigli .
Tuttavia
la vera svolta arrivò nel 1887 con il grammofono di Berliner
In
questo dispositivo il sistema a rullo viene sostituito dal sistema a
disco. Il principio di funzionamento era analogo, l’efficacia della
macchina veniva migliorata attraverso l’utilizzo di una tromba
d’ottone che facilitava la cattura e la riproduzione del suono,
tuttavia gli elementi vincenti che determinarono i successi di questa
macchina sul fonografo di Edison furono: la capacità di mantenere
una velocità costante attraverso un sistema a molla e quindi una
maggior gradevolezza d’ascolto ed una maggior facilità di
fabbricazione e costruzione dei supporti da commercializzare; infatti
già nel 1888 Berliner mise a punto un sistema di duplicazione
attraverso bagno galvanoplastica partendo
da un’impronta negativa chiamata matrice.
Già
nel 1896 Berliner mise in commercio sia il supporto ( disco) che il
grammofono , il quale era un dispositivo costituito da un piatto
rotante comandato da un sistema a molla su cui veniva posto il disco
ed attraverso la testina che viaggiava all’interno del solco del
disco la vibrazione passava nel cono di ottone che ne trasmetteva la
musica.
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