venerdì 26 aprile 2013

Padri e figli

Il mio calcio da ragazzo e' sempre stato leggero, goliardico, spensierato, quasi fiabesco, il primo campo in erba l'ho calpestato da giovanotto come quasi tutti quelli della mia generazione in Sicilia. In cima ai miei interessi , lo confesso, c'e' sempre stata la musica, tuttavia per nulla al mondo avrei rinunciato ad un allenamento o ad una partita. Da ragazzi si vuol fare tutto, forse noi volevamo fare tutto, forse ci sentivamo in grado di fare tutto. Non abbiamo mai fatto un allenamento con un pallone a testa e a fine partitella c'era un premio, chi vinceva aveva diritto a prendere in giro il vinto fino alla partitella successiva. Il calcio è cambiato molto, a tutti i livelli, è cambiato l'ambiente, sono cambiati i modi e tutto quello che sta intorno. I miei genitori non mi hanno mai visto giocare. Noi genitori oggi forse siamo troppo presenti. I miei genitori non hanno mai saputo le regole dello spogliatoio, le ciabattate sul sedere che ci davamo sotto la doccia, gli spintoni, gli sfotto', tutte quelle cose che facevano senso di appartenenza, branco, animaletti stanchi ma felici. Gruppo, come si dice oggi. I soprannomi, oddio che meraviglia se ripenso ai soprannomi, rido ancora. Oggi il mio tempo libero e' pieno della mia attività di istruttore di calcio e della passione di Federico, il calcio appunto.
Dal primo momento che lui è entrato su un campo di calcio , io , l'ho invidiato subito. Non solo perchè i suoi piedi erano in maniera evidente migliori dei miei, ma perchè mi tornavano in mente le tonnellate di polvere respirate da ragazzino su campi che a volte erano asfalto puro e omologati pure...vabbe'!
Ieri ho accompagnato Federico ad un suo torneo, la mia memoria si e' definitivamente rassegnata. Ho visto uno spirito di gruppo che mi ha ricordato appunto le mie esperienze da ragazzo. Quella leggerezza, quella spensieratezza, quella goliardia che , vi assicuro, in società che come missione hanno la Qualità del loro lavoro, gli alti livelli di formazione, non è affatto semplice da trovare. L'Accademia Pavese è stata capace di assemblare e forgiare un gruppo che sebbene sia messo costantemente alla prova da gare molto impegnative, riesce a mantenere intatto lo spirito ed il carburante del calcio a questa età: Il Divertimento. Il merito va agli addetti ai lavori, ma lasciatemi dire che si tratta di un gruppo straordinario. 

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