Le cose cambiano. Tutto si trasforma,
prende pieghe inaspettate e ciò che davi per scontato non lo era. Ci
ho messo un po' per tornare a parlare di calcio, a volte le idee, le
emozioni ingolfano la tua comunicazione, ti occupi solo di ciò che
va fatto. Sono stati due anni calcisticamente molto particolari per
me, il primo estremamente difficile di cui ancora non riesco a
spiegarmi molte delle cose accadute ed il secondo liberatorio,
limpido, gioioso, così come il calcio lo sognano i bambini e i loro
istruttori.
Chi fa l'istruttore di calcio sa che le
società dilettantistiche, sebbene vivano quasi completamente di
volontariato, sviluppano a volte una mole di lavoro, responsabilità
ed a volte tensioni ed incomprensioni che rendono poi il lavoro degli
istruttori estremamente difficile e faticoso.
Spesso ciò accade perchè molti di
coloro che in queste società da grandi appassionati ,passano a fare
dirigenti, direttori tecnici e direttori sportivi, senza in realtà
aver maturato nessun percorso che li metta in grado di assumere delle
specialità che li rendano idonei a quegli incarichi.
In Italia, oggi, spesso si parla della
necessità di rendere obbligatorio un percorso formativo serio per
chi ha intenzione di diventare allenatore di settore giovanile di
calcio , ed in questo senso la Figc è stata reattiva rendendo
obbligatorio il brevetto Coni-Figc per chi volesse cimentarsi nel
ruolo di Istruttore. Questo ha generato, negli ultimi anni, un
innalzamento della qualità della proposta formativa didattica che le
società dilettantistiche riescono a proporre oggi alle famiglie.
Ormai, soprattutto nelle grandi aree
metropolitane, è difficile trovare società con il “personaggio”
che invece di trascorrere un paio di ore al bar tiene a bada dieci
bambini lasciandoli correre indisturbati dietro un pallone.
Tecnicamente siamo avanti, abbiamo
sviluppato un sistema di scambio di conoscenze , anche per merito
delle grandi società professionistiche che, negli ultimi anni, hanno
capito una cosa strategicamente esiziale per lo sviluppo qualitativo
della base di questo sport: nessun buon lavoro può essere fatto sui
giovani atleti se prima non formi buoni istruttori.
Attraverso il sistema delle
affiliazioni, centri tecnici e centri di formazione si è sviluppato
un sistema di formazione , e lo dico per esperienza personale che in
questi termini mi ha dato tantissimo, che ha badato a far crescere
l'istruttore che poi andrà ad operare sui giovani calciatori.
Questo sistema è cresciuto
spontaneamente, senza nessuna pianificazione nazionale, dando
comunque dei risultati notevolissimi e oggi siamo molto più vicini
ai modelli europei rispetto a dieci anni fa.
Tuttavia come tutto ciò che
spontaneamente cresce , si lascia dietro degli errori in matrice.
Si è tralasciato un piccolo
particolare: l'istruttore sebbene formato e seguito, lavora in un
contesto, è inserito gerarchicamente in un sistema di controllo e
gestione che di calcio giovanile non ne ha le competenze che
l'istruttore ha nel frattempo acquisito. Abbiamo oggi una dirigenza
mediamente molto più indietro rispetto alla media di preparazione
degli istruttori.
Ne consegue che le problematiche
affrontate dagli istruttori spesso non vengono nemmeno capite da chi
poi deve controllare, seguire, avallare e supervisionare il loro
lavoro.
Oggi quindi c'è grande necessità di
uniformare e rendere omogeneo questo tessuto che poi forma la
struttura portante della base del calcio, se è vero che non esistono
grandi espressioni sportive che alla base non abbiano grandi
movimenti qualificati ed organizzati, pur mantenendo spirito e
vocazioni dilettantistiche.
Oggi si dibatte sulla necessità di
rivoluzionare il calcio professionistico.
Il calcio va ristrutturato sì, ma
anche dalla base la quale non può più tollerare la presenza nel
calcio dilettantistico di personaggi che frequentano le sedi
societarie solo perchè le mogli non li sopportano in casa. Se si
chiede, giustamente, competenza agli istruttori, la si deve chiedere
anche ai direttori tecnici e sportivi.
In buona sostanza un concentrato di
problematiche assimilabili a queste mi hanno portato l'anno scorso ad
incrociare sulla mia strada il cammino di una società di glorioso
passato di Milano: la SS Scarioni.
Avevo anche preso in considerazione
l'idea di smettere di allenare , quando a fine luglio del 2013, la
Scarioni rispose ad una mia mail.
Quasi tramortita la mia passione per il
calcio dilettantistico dall'esperienza dell'anno precedente, che all'appuntamento con i
dirigenti della Scarioni andai con mestizia, fatalismo ed un po' di
rassegnazione.
Lì accadde il miracolo, lì accadde
ciò che il calcolo combinatorio ritiene fatto normalissimo. Se
esistono società dove gli istruttori fanno di tutto per fare bene ma
sono assistiti e diretti da personaggi inadeguati, da qualche altra
parte, sicuramente, ci sarà una società dove i dirigenti hanno
tutt'altri requisiti.
Così mi sono ritrovato a chiacchierare
con Luca e Fabio con cui per un'ora abbiamo fatto a gara a chi faceva
vedere all'altro quanto amava questo sport, le cose fatte bene, la
passione, la disciplina allo studio , il metodo. Ero stordito. Mi
ripetevo che non era possibile, ma il calcolo combinatorio mi
assisteva.
Ho iniziato un anno calcistico che poi
si sarebbe palesato come meraviglioso. Ero riuscito a trasmettere ai
miei bambini ciò che mi preme di più: l'amore per ciò che si fa,
la passione per lo sport, familiarizzare con gli errori, renderli
complici ed amici persino di una sana crescita sportiva.
Sono entrato in un gruppo fatto di
gente che è lì perchè ama quello che fa e lo vuole fare bene.
Ho definitivamente maturato la certezza
che i progetti vincenti hanno alla base la volontà , sicuramente le
competenze e il sacrificio , ma anche le abilità.
Oggi Scarioni è un progetto vincente,
si avvia ad essere una realtà importante nel panorama del calcio
dilettantistico milanese.
Sotto la guida di Fabio Tringali alla
direzione generale, Mirco Gariboldi alla direzione sportiva e Luca
Facchinetti alla direzione tecnica del settore preagonistico,
Scarioni diventa polo sportivo serio, qualificato e realtà importante che può
contribuire in pari grado con le più blasonate ad innalzare il
livello formativo del calcio giovanile milanese.
Sono orgoglioso di farne parte, spero
di continuare a farne parte. Quest'anno mi hanno chiesto di
coadiuvare Luca in qualità di referente dell'Area Pulcini,
nell'attività didattica e formativa degli istruttori. Ciò mi
riempie di gioia e responsabilità.
Finalmente non vedo l'ora che una nuova
stagione calcistica ricominci...
Buon divertimento a tutti.
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