domenica 7 settembre 2014

Dopo un anno torno a parlare di calcio, forza Scarioni.

Le cose cambiano. Tutto si trasforma, prende pieghe inaspettate e ciò che davi per scontato non lo era. Ci ho messo un po' per tornare a parlare di calcio, a volte le idee, le emozioni ingolfano la tua comunicazione, ti occupi solo di ciò che va fatto. Sono stati due anni calcisticamente molto particolari per me, il primo estremamente difficile di cui ancora non riesco a spiegarmi molte delle cose accadute ed il secondo liberatorio, limpido, gioioso, così come il calcio lo sognano i bambini e i loro istruttori.
Chi fa l'istruttore di calcio sa che le società dilettantistiche, sebbene vivano quasi completamente di volontariato, sviluppano a volte una mole di lavoro, responsabilità ed a volte tensioni ed incomprensioni che rendono poi il lavoro degli istruttori estremamente difficile e faticoso.
Spesso ciò accade perchè molti di coloro che in queste società da grandi appassionati ,passano a fare dirigenti, direttori tecnici e direttori sportivi, senza in realtà aver maturato nessun percorso che li metta in grado di assumere delle specialità che li rendano idonei a quegli incarichi.
In Italia, oggi, spesso si parla della necessità di rendere obbligatorio un percorso formativo serio per chi ha intenzione di diventare allenatore di settore giovanile di calcio , ed in questo senso la Figc è stata reattiva rendendo obbligatorio il brevetto Coni-Figc per chi volesse cimentarsi nel ruolo di Istruttore. Questo ha generato, negli ultimi anni, un innalzamento della qualità della proposta formativa didattica che le società dilettantistiche riescono a proporre oggi alle famiglie.
Ormai, soprattutto nelle grandi aree metropolitane, è difficile trovare società con il “personaggio” che invece di trascorrere un paio di ore al bar tiene a bada dieci bambini lasciandoli correre indisturbati dietro un pallone.
Tecnicamente siamo avanti, abbiamo sviluppato un sistema di scambio di conoscenze , anche per merito delle grandi società professionistiche che, negli ultimi anni, hanno capito una cosa strategicamente esiziale per lo sviluppo qualitativo della base di questo sport: nessun buon lavoro può essere fatto sui giovani atleti se prima non formi buoni istruttori.
Attraverso il sistema delle affiliazioni, centri tecnici e centri di formazione si è sviluppato un sistema di formazione , e lo dico per esperienza personale che in questi termini mi ha dato tantissimo, che ha badato a far crescere l'istruttore che poi andrà ad operare sui giovani calciatori.
Questo sistema è cresciuto spontaneamente, senza nessuna pianificazione nazionale, dando comunque dei risultati notevolissimi e oggi siamo molto più vicini ai modelli europei rispetto a dieci anni fa.
Tuttavia come tutto ciò che spontaneamente cresce , si lascia dietro degli errori in matrice.
Si è tralasciato un piccolo particolare: l'istruttore sebbene formato e seguito, lavora in un contesto, è inserito gerarchicamente in un sistema di controllo e gestione che di calcio giovanile non ne ha le competenze che l'istruttore ha nel frattempo acquisito. Abbiamo oggi una dirigenza mediamente molto più indietro rispetto alla media di preparazione degli istruttori.
Ne consegue che le problematiche affrontate dagli istruttori spesso non vengono nemmeno capite da chi poi deve controllare, seguire, avallare e supervisionare il loro lavoro.
Oggi quindi c'è grande necessità di uniformare e rendere omogeneo questo tessuto che poi forma la struttura portante della base del calcio, se è vero che non esistono grandi espressioni sportive che alla base non abbiano grandi movimenti qualificati ed organizzati, pur mantenendo spirito e vocazioni dilettantistiche.
Oggi si dibatte sulla necessità di rivoluzionare il calcio professionistico.
Il calcio va ristrutturato sì, ma anche dalla base la quale non può più tollerare la presenza nel calcio dilettantistico di personaggi che frequentano le sedi societarie solo perchè le mogli non li sopportano in casa. Se si chiede, giustamente, competenza agli istruttori, la si deve chiedere anche ai direttori tecnici e sportivi.
In buona sostanza un concentrato di problematiche assimilabili a queste mi hanno portato l'anno scorso ad incrociare sulla mia strada il cammino di una società di glorioso passato di Milano: la SS Scarioni.
Avevo anche preso in considerazione l'idea di smettere di allenare , quando a fine luglio del 2013, la Scarioni rispose ad una mia mail.
Quasi tramortita la mia passione per il calcio dilettantistico dall'esperienza dell'anno precedente, che all'appuntamento con i dirigenti della Scarioni andai con mestizia, fatalismo ed un po' di rassegnazione.
Lì accadde il miracolo, lì accadde ciò che il calcolo combinatorio ritiene fatto normalissimo. Se esistono società dove gli istruttori fanno di tutto per fare bene ma sono assistiti e diretti da personaggi inadeguati, da qualche altra parte, sicuramente, ci sarà una società dove i dirigenti hanno tutt'altri requisiti.
Così mi sono ritrovato a chiacchierare con Luca e Fabio con cui per un'ora abbiamo fatto a gara a chi faceva vedere all'altro quanto amava questo sport, le cose fatte bene, la passione, la disciplina allo studio , il metodo. Ero stordito. Mi ripetevo che non era possibile, ma il calcolo combinatorio mi assisteva.
Ho iniziato un anno calcistico che poi si sarebbe palesato come meraviglioso. Ero riuscito a trasmettere ai miei bambini ciò che mi preme di più: l'amore per ciò che si fa, la passione per lo sport, familiarizzare con gli errori, renderli complici ed amici persino di una sana crescita sportiva.
Sono entrato in un gruppo fatto di gente che è lì perchè ama quello che fa e lo vuole fare bene.
Ho definitivamente maturato la certezza che i progetti vincenti hanno alla base la volontà , sicuramente le competenze e il sacrificio , ma anche le abilità.
Oggi Scarioni è un progetto vincente, si avvia ad essere una realtà importante nel panorama del calcio dilettantistico milanese.
Sotto la guida di Fabio Tringali alla direzione generale, Mirco Gariboldi alla direzione sportiva e Luca Facchinetti alla direzione tecnica del settore preagonistico, Scarioni diventa polo sportivo serio, qualificato e realtà importante che può contribuire in pari grado con le più blasonate ad innalzare il livello formativo del calcio giovanile milanese.
Sono orgoglioso di farne parte, spero di continuare a farne parte. Quest'anno mi hanno chiesto di coadiuvare Luca in qualità di referente dell'Area Pulcini, nell'attività didattica e formativa degli istruttori. Ciò mi riempie di gioia e responsabilità.
Finalmente non vedo l'ora che una nuova stagione calcistica ricominci...
Buon divertimento a tutti.  



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.